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MESSINA: Real cittadella

La Real Cittadella di Messina, teatro della eroica resistenza dei soldati del Regno delle Due Sicilie (27 luglio 1860-12 marzo 1861). Progettata dal grande architetto militare fiammingo Carlos de Grünembergh, su incarico del Vicerè Claude Lamoral, Principe di Ligne (1618-1679), intorno al 1681, la Real Cittadella è una fortezza a forma stellare, con cinque bastioni (dei quali ne restano due) e costituisce un esempio importante di architettura militare del XVII secolo sul modello delle fortezze di Philippeville, nelle Fiandre. Considerata inespugnabile, la Real Cittadella resistette dalla fine del ‘600 ai primi del ‘700 agli assedi nell’ambito della guerra di successione spagnola.

Nel 1860-1861 fu assediata prima dai garibaldini e poi da piemontesi che, come a Gaeta, tiravano sulla piazzaforte borbonica con i cannoni rigati. real citta

La guarnigione borbonica, al comando del Maresciallo di campo Gennaro Fergola, resisteva dal 27 luglio dell'anno precedente all’assedio delle truppe piemontesi, guidate dal generale Enrico Cialdini, e dei garibaldesi, come li chiamavano gli scrittori borbonici, appoggiati dai "picciotti", uomini di mano dei grandi latifondisti liberali. Il 16 settembre 1860 da Gaeta assediata il Re Francesco II aveva inviato con una nave prussiana una lettera ai difensori di Messina con l’ ordine di resistere. Era quello che il Maresciallo Fergola - che aveva assunto il comando l’ 8 agosto - aspettava. Fu resistenza a oltranza, contro un nemico superiore per armamento, che tirava da lontano con i cannoni rigati, per otto mesi. Il 13 marzo 1861 la Cittadella si arrendeva alle truppe sabaude del generale Cialdini. “Cediamo alla forza, perché sopraffatti dalla superiorità dei mezzi e non dal valore dei vincitori”, scrisse il Maresciallo Fergola rivolgendosi per l’ ultima volta ai suoi soldati . real citta2

Subito Messina, a ricordo dei fatti del '48 e degli ultimi avvenimenti chiese la demolizione della fortezza ma il nuovo governo pensò bene di sfruttare a scopi militari la possente struttura realizzando notevoli lavori di restauro. Dopo il terremoto del 1908 l'enorme fortezza fu usata come deposito per i beni recuperati, avendo resistito egregiamente al terribile disastro. Negli anni '20, in seguito all'apertura della nuova strada, vengono demoliti i moli di Norimberga (corruzione del nome Grunemberg poi Nuremberg), S. Francesco e S. Carlo; dopo circa un decennio viene spianata la zona rivolta verso la città per far posto alla Stazione Ferroviaria e Marittima dell'architetto Angelo Mazzoni. I bombardamenti della II guerra mondiale provocano altri danni alla Cittadella occupata dai militari. 

Da allora la zona falcata si è andata industrializzando con la nascita di cantieri navali e il conseguente abbandono della struttura che conserva pressochè intatti tre dei cinque bracci (quelli rivolti verso lo Stretto), oltre a gran parte delle gallerie di collegamento e pregevoli pezzi di interesse artistico.

Come sempre, purtroppo, quello che non ha fatto la guerra lo sta facendo (o fatto!) la politica incompetente e superficiale e la "non" gestione del patrimonio culturale, ossia l'abbandono a se stessa di un opera molto importante per la storia del sud che va in rovina sotto gli occhi di tutti. La fortezza oggi è nel più totale abbandono, come sottolineano molte associazione del luogo. Purtroppo la politica della cultura storica forse è stata uccisa dagli stessi piemontesi! Forse solo con l'azione delle associazioni culturali sparse nel sud riusciamo a far capire l'importanza di questi luoghi e della nostra storia ritrovando quell'identità che molti vorrebbero sepolta.

Un video da non perdere ben realizzato.

 

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