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SENZA IDENTITA' NON V'E' APPARTENENZA

Incontro con il Prof. Divid Laved - Università di Reggio Calabria

 

L'organizzazione dell'evento è stata inquadrata nell'ambito della ricerca di archivio che l'Osservatorio delle due Sicilie sta promuovendo  con il Liceo Tommaso Campanella in collaborazione con l'Archvio di Stato sezione di Lamezia Terme nell'ottica del programma alternanza scuola-lavoro. Il prof. D, Laven ha iniziato i suoi studi proprio con le ricerche di archivio a Venezia. L'Osservatorio ha fortemente promosso questo tipo di iniziativa (sostenendone tutta la logistica e senza contributi se non dai nostri sponsor) sia per i motivi  didattici, al fine di migliorare la ricerca di archivio ed il suo sviluppo nei prossimi anni, ma anche per promuovere in futuro scambi culturali fra i nostri giovani studenti liceali, ed universitari, e l'Univarsità di Nottingham 

Prof David Laven, is associate Professor in History, University of Nottingham; 2005–2011 Senior Lecturer in Italian Historical Studies, University of Manchester; 2005 Reader in Modern European History, University of Reading; 1995–2004 Lecturer in Modern European History, University of Reading; 1990–1995 Lecturer in Early Modern History, University of Keele University of Nottingham, History, Faculty Member.

Egli è profondo studioso della storia d'Italia del '700 e '800 specie del Lombardo-Veneto. Con la sua esperienza sulle ricerche ha dato un ottimo contributo su come i ragazzi o neo ricercatori devono affrontare una ricerca d'archivio.

Gli incontri principali del docente si sono svolti presso l'Università di Reggio Calabria e presso il Liceo Campanella nell'aula Magna a cospetto di una platea di circa 250 studenti.lavenrc

Nella giornata del  26.04.2018 , nelle aule del  Dipartimento del PAU , dell' Università Mediterranea di Reggio Calabria il prof. Laven ha tenuto una lezione all'interno di un seminario facente parte del  Master in Politiche di sviluppo e gestione delle risorse naturali . Il seminario dal titolo " Sviluppo e storia del mezzogiorno d'italia 1830-2030", è stato moderato dal prof. Domenico Marino direttore del Master in politiche di sviluppo ed ha visto come primo intervento la presentazione del centesimo primato del Regno delle due Sicilie, il GIS.

Il dipartimento ha portato alla luce queste tavole storiche dove appunto si ritrova la prima forma di GIS della storia. Il GIS (Sistema Informativo Georeferenziato) è oggi lo strumento prinicipe per lo studio dello sviluppo del territorio sia in fase di progettazione territoriale che in fase di studio a 360 gradi e di programmazione. 

gisIl prof. Massimo ci ha illustrato come i Borbone godevano già di una "tecnologia" simile e redatta senza l'uso del computer. Il tutto grazie a Benedetto Marzolla, egli fu il primo a creare l'associazione fra banche dati e le rappresentazioni cartografiche. La prima stesura è datata 1829, egli riesce pure a formulare un  aggiornamento nel 1859.

Queste mappe, oggi tutte sovrapposte con l'attuale cartografia, sono un punto centrale della ricostruzione storica del territorio. in particolare nell'ubicazione del centro storico di una determinata località. 

Dopo questa introduzione alla storia del Regno delle due Sicilie si è sviluppata la lezione del professor Laven che illustra i suoi studi e parla in primis della stesura del suo libro che purtroppo non è stato mai pubblicato, in quanto censurato dalle "personalità" universitarie,  ma anche culturali (quale cultura! ndr) sovraintendenti alle pubblicazioni in Inghilterra. Il motivo è sempre quello, conosciuto dalle associazioni duosiciliane ma che oggi scopriamo non essere comune solo all'Italia ma anche all'estero,  cioè nascondere le verità storiche. Parlare bene dei Borbone, Stato Pontificio e degli austriaci non fa bene! Di fatti il libro mette in discussione i "miti" del risorgimento Cavour, Mazzini, Garibaldi a cospetto dei "briganti". Il Prof. Laven continua con l'illustrare i falsi miti, primo fra tutti quello della casa Savoia che di fatto ha solo sfruttato una posizione geografica e la volontà della casa asburgica di tenere lontano dal suo territorio Napoleone III e viceversa, qundi avere fra di loro uno stato "cuscinetto". Inoltre ha sottolineato come la casa sabauda non era "italiana" ma parlava la lingua francese, e quindi non si capisce perchè dei "francesi" fossero i liberatori degli stranieri in Italia. lavenrc 2Di fatto i Borbone governavano l'Italia da 4 generazioni e parlavano italiano, erano italiani a tutti gli effetti Ferdinado II e Francesco II  e come italiani avevano a cuore la sorte dei cittadini italiani. Cosi come era italiano Francesco I d'Asburgo-Lorena (nominato spesso Francesco II)  nato a Firenze e parlava italiano. Non parlava italiano se non nelle occasioni ufficiali pubbliche sia Cavour che Vittorio Emanuele II (di fatto la dichiarazione dell'unità d'italia in che lingua è stata annunciata?).

Altro falso mito da sfatare è che il "futuro sud" al secolo Regno delle due Sicilie non era uno stato "povero" abitato da gente povera non istruita ed "arretrata", il professore ci ricorda che il Piemonte era Regno di Sardegna e molti viaggiatori danno testimonianza della povertà assoluta che vigeva in Sardegna, cosi come c'era povertà in Scozia ed in Irlanda. Ovviamente anche nel Regno delle due Sicilie esistena la classe contadina povera ma c'era a tutte le parti!

Il prof. Laven ci fa un ampio quadro della situazione politica francese ed inglese e come gli inglesi volevano unificare l'Italia non solo per estendere la loro dominazione sul mediterraneo attraverso il controllo della persona di Cavour e Garibaldi, oltre che alle riserve di zolfo,  ma anche perchè essi avevano un forte spirito anti-cattolico (link del video integrale).

Nelle sue ricerche il Prof. Laven ha trovato come  gli austriaci avessero più  cura del territorio italiano e dei cittadini italiani che non tutta la dinastia Savoia, di fatto nella guerra d'indipendenza moltissimi veneti non erano al fianco dei "liberatori".

Il prof. Laven infine ci rimarca, se c'è ne fosse bisogno, che anche i suoi studi portano a dire che nel 1830/1840 l'industria duosiciliana era la più sviluppata in assoluto nella penisola italiana. Le domande finali hano concluso la giornata studio.

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